Manifesto del Pata-Pata

La Fisica non mi è mai piaciuta.
Ho avuto sempre un’avversione spiccata per questa scienza, troppo razionale, troppo schematica, nel tentativo di spiegare le leggi che regolano il mondo.
Poi ho scoperto che per l’irrazionale esiste anche la metafisica, inventata per comprendere tutto quello che non si può spiegare, tutto quello che non si vede ma che c’è o potrebbe esserci.
Qualche giorno fa infine seguendo una catena di parole ho scoperto un mondo nuovo: la patafisica.
Tutto è nato con una disquisizione su una parola, "patapata" che è termine tutto napoletano e indica un fortissimo acquazzone. Qualcuno, ha diligentemente fatto notare che in realtà si dovrebbe dire "pat’abate"; ma patapata è anche il nome di una danza sudafricana che Miriam Makeba ha cantato qualche anno fa.
Insomma dal pata pata alla patafisica.
Finalmente posso dire di aver trovato la fisica che mi piace.
Perché la patafisica è la scienza delle soluzioni immaginarie, che accorda simbolicamente ai lineamenti le proprietà degli oggetti descritti per la loro virtualità (Alfred Jarry, Gestes et opinions du Docteur Faustroll, pataphysicien).
E, soprattutto, perché l’essenziale, nella vita, è dare giudizi a priori su tutto. In effetti, sembra che le masse stiano sempre dalla parte del torto, e che gli individui abbiano sempre ragione (Boris Vian).
La patafisica è nelle opere di Wharol, di Man Ray, Enrico Baj, Ugo Nespolo.
La patafisica è monolitica e  libertaria, scanzonata, profetica, e pone sullo stesso piano di equivalenza l’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo e non crede nel valore assoluto delle contrapposizioni convenzionali: bello e brutto, spirito e materia, bene e male, vita e morte, bianco e nero ecc.; eppure le comprende tutte.
E non è ancora finita.
  
Un ringraziamento al Prof. Ulrico Brücke
Patafisico – Maestro Precipitatore e Deragliatore di Poligoni
 
 

Napoli – 2006
 
Questa voce è stata pubblicata in Arte. Contrassegna il permalink.

9 risposte a Manifesto del Pata-Pata

  1. Ferdinando ha detto:

    Adoro la fisica, la amo, detesto però la metafisica. Per la patafisica devo apprendere per valutare. Anche se è contro i principi della patafisica che prescrive di dare giudizi a priori su tutto, sempre e comunque. Sto alle prime armi… Ah ah ah…

  2. marilù ha detto:

    apperò
    e io che pensavo si trattasse dello studio comportamentale della patata attraverso l’osservazione alchemica dei sei gradi di separazione tra la buccia e la materia del tubero.

  3. disguido ha detto:

    troppo difficile per me!

  4. Federico ha detto:

    Ah, nel mio enorme egocentrismo avevo pensato che fossi tu a venire a Milano… Mi sembra una bella idea. Al momento non ho programmi, ma non posso garantire, fin da ora. Comunque ho annotato!
    Se tutto manca, vi chiamo al telefono… 😉

  5. agnese ha detto:

    Io ho sempre odiato la fisica con tutte le mie forze. Forse un giorno racconterò la mia storica interrogazione di fisica al V anno di liceo,quella che i miei compagni raccontano ancora e di cui ancora ridono come matti.
    La metafisica è già un altro discorso.
    La patafisica potrebbe interessarmi. La ricercherò sicuramente in warhol.
    Per il blog-raduno del 30 giugno….parliamone.
    Buona serata
    Agnese

  6. Lilla ha detto:

    Non ho mai studiato Fisica (figurati odiavo persino "educazione fisica"!!) nè tantomeno la Metafisica … immagina la mia sorpresa quando mi hai fatto scoprire che esiste la Patafisica … leggo su Wikipedia che, contrariamente alle altre scienze, la patafisica non si occupa delle regole, ma piuttosto delle eccezioni: meraviglioso si occupa di noi … del genere umano … siamo esempi viventi di eccezioni che confermano le regole! Buona domenica!!!!PS: Il 30 giugno .. uhmmm .. forse siamo in ferie … ma … mai dire mai!!!

  7. Federico ha detto:

    Avevo già letto di questa Patafisica da qualche parte… Interessante, quello che hai riportato (almeno per quello che ho capito).
    C’è una verità fondamentale, poi, in quella frase di Boris Vian, che si applica a tante delle cose che scriviamo quassù… o no?
     
    Per quanto riguarda i tuoi interventi da me, vedo che anche tu hai notato la mia presenza in ogni incontro di bloggers… Sembro il Gabriele Paolini degli incontri, che compare nell’inquadratura e fa ciao ciao con la manina…
    Infine, che succede il 30 giugno? Non mi dire che sarai a Milano… Fammi sapere, anche se adesso è troppo fuori dalla mia scala temporale prevedibile!
     
    Ciao e buona domenica. F.

  8. Andre ha detto:

    Io, che ho sempre odiato fisica e metafisica, avevo pensato che patapata avesse qualcosa di onomatopeico in sé.

  9. xan ha detto:

    non volevo crederci, è già su Wikipedia!!
    buon fine settimana!!
    ;-))

Lascia un commento