L’aspetto più triste degli uffici è il tentativo da parte degli impiegati, di dare una parvenza di familiarità o di tocco artistico alle pareti degli ambienti di lavoro.
Così in alcune stanze abbondano le cartoline dalle vacanze inviate dai colleghi con frasi spiritosissime tipo "mentre voi lavorate io mi diverto" e che sistematicamente arriva due settimane dopo il rientro del simpaticone che rischia addiritttura di riceverla nelle proprie mani dalla solerte efficienza dell’ufficio smaltimento posta dell’amministrazione.
Oppure ci sono le stanze museo, dove vengono piazzate tutte le orrende riproduzioni di fotografie d’epoca con i mestieri scomparsi o di quadri e gouaches che col tempo ingialliscono ancor di più e si rattrappiscono.
I più sentimentali mettono invece le foto dei loro figlioletti, che nel frattempo sono diventati dei marcantoni.
Il collega che vuole far sfoggio di cultura dissemina i muri di fogli A4 con stampati gli aforismi di personaggi famosi che fanno sorridere il primo giorno ma che nessuno leggerà mai più, nemmeno gli estranei, e su cui si scriveranno appunti, parolacce, indirizzi, numeri di telefono del bar o della pizzeria.
L’apoteosi, infine, è data dalle frasi prese dalle mattonelle in vendita nei peggiori negozi di souvenir tipo "i colleghi sono come i fagioli, parlano dietro" in cui l’impiegato esprime tutta una sottile ironia sul caloroso ambiente in cui lavora.
Beh, pensa che al bar dove lavoro ci sono esposte le fotine dei conoscenti morti di recente…
s0nja, addirittura la maglietta della samp!:-))))
una v0lta abbiam0 pr0vat0 a mettere, dietr0 ad una lavagna, un picc0l0 manifest0 di daniel day lewis in versi0ne m0icana. un bidell0 l’ha rim0ss0 e il gi0rn0 successiv0 ci ha guardate c0n en0rme ripr0vazi0ne… bidelli, mah!
megli0 gli af0rismi invece che gli en0rmi cartell0ni brist0l 70×100, su cui c’è la summa dell0 scibile studentesc0 – le reg0le della c0nvivenza, la vita a c0rte nel medi0ev0, grafi ad alber0 0ppure a bast0ncini findus, f0t0 di gite sc0lastiche c0n il s0lit0 bu0ntemp0ne emul0 di gi0vanni le0ne… c0se m00000lt0 interessanti, il tutt0 elab0rat0 c0n scritture da brividi:-(
Ammetto di essere una "colonizzatrice" d’uffici.
Adesso che da Hamburg mi son trasferita a Monaco non ho cambiato una sola virgola del mio modo di "presentarmi" quando ricevo la clientela.
Ho addobbato le pareti con le immagini ed anche qualche oggetto che mi rappresenta in pieno:
dall’angolo "celebrities" di ieri ed oggi dove spesso nelle foto sono immortalata con calciatori che hanno segnato alcune delle pagine più significative della storia del calcio, a quello della musica con le mie foto scattate ai concerti, alle immersioni più significative…e non manca la maglia della Samp in bella mostra….
Ovviamente il tutto mixato con stile giusto x non dare l’idea di un’accozzaglia di immagini buttate lì.
A me piacevano, xk é un modo come un’altro x sentirmi…"a casa" anche in terra straniera.
Non pensavo però che sortiscono un effetto strategico sulla clientela: entrano, curiosano e nel bello che s’inizia ad attaccar bottone disquisendo su di un calciatore piuttosto che un fondale ho tutto il tempo x affinare la strategia, x poi pensare al business…
Altro che la "gabbia neurale" di Bonolis :))))
Però la scrivania deve rimanere libera.
Manco un ritrattino di mia figlia….
La mia vita privata rimane tale. 🙂
per fortuna ho un abitacolo tutto mio…
Giuro che l’abbinamento colleghi-fagioli l’ho capito solo dopo un’accurata e ripetuta rilettura della frase… Sul posto di lavoro non porto niente di personale da appendere al muro..anche se ogni tanto confesso che devo trattenere l’istinto di "appendere" qualcuno…
Io non ho pareti da riempire…le avessi metterei un bel po’ di culi, così, giusto per essere delicato.
Al momento le pareti qui sono intonse… appena imbiancate e stiamo mettendo insieme i mobili d’ufficio presi all’Ikea… quindi di personalizzazione niente. A pieno ritmo lavorativo, di solito ci sono le lavagne magnetiche dove scrivere le cose da fare (fantasia poca). Poiché lavoro con un collega lamentoso (per la serie "chi chiagne fotte a chi ride") volevo scrivere in word e poi stampare da affiggere il seguente pensiero poetico:
"Se hai voglia di lamentarti, pensa ai lavoratori in miniera, ai malati in ospedale, ai bimbi violati e derubati della propria infanzia, a chi non sa come arrivare a domani… se dopo aver pensato tutto questo hai ancora voglia di lamentarti, allora… vaffanc***"
Io ed il mio collega abbiamo appeso (da appassionati fotografi) delle nostre foto in genere di natura o città… Devo dire che alla fine risulta piacevole…
Non è il mio ufficio, sono solo in transazione, per cui non ci ho fatto nulla.
Nel mio ufficio, confesso, c’è poco alle pareti.I deliri ed i diversivi sono per lo più "orali", un delirio continuo di citazioni, canzoncine e storpiature varie :-DInsomma, siamo pur sempre informatici no!? 😉
ebbene si … lo ammetto … alle mie spalle c’è:una lavagnal’organigramma aziendale aggiornato (cambiano con una velocità tale che è impossibile ricordarli tutti!!)il trattamento trasferte (per i colleghi che ci vanno!!)gli orari degli sportelli della banca, della cassa e dell’ufficio "reclami" per gli stipendi o i permessila foto di me e mr. lillo alla premiazione dei miei 25 anni di aziendala foto di mia figlia (recente!!)il calendariofoto particolari di paesaggi o bambini che hanno attirato la mia attenzione …credo sia tutto … ma dopo dieci giorni di assenza … potrei aver dimenticato qualcosa!! 😉
invece io ho appenso un cartello (anzi hanno appeso nella mia stanza come se già non lo sapessi) VIETATO FUMARE
era meglio L’ALLEGRO BEVITORE di Teomondo Scrofaro. Chi è ? Ricordi Greggio e l’asta tosta ? Ho detto tutto
Il mio piccolo ufficio è spoglio, niente di tutto quello che hai descritto, se non un caos dove solo io mi orizzonto..
I tentativi di rendere familiare il proprio ufficio sono inversamente proporzionali all’amore verso il proprio lavoro.Almeno credo.